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Servizi

A Pavia protesi dentali, endodonzia e cure canalari

Igiene orale e profilassi
L’igiene orale è la terapia base di ogni trattamento odontoiatrico, oltre che il primario e più importante mezzo di prevenzione per mantenere in salute la propria bocca.
Con “igiene orale e profilassi” si indicano tutta quella serie di manovre di pulizia del cavo orale atte a rimuovere correttamente ed efficacemente tutti i fattori in grado di determinare infiammazione gengivale e carie dentale.
Tali fattori sono primariamente rappresentati da placca e tartaro, responsabili dell’insorgere di gengiviti che, se non curate, possono a propria volta progredire e spostarsi verso i tessuti di sostegno del dente, dando così inizio ad una vera e propria malattia parodontale.
È importante però, nel quadro di una salute orale ottimale, che vi sia una sinergia tra l’igiene orale professionale di cadenza periodica (da eseguire preferibilmente ogni sei mesi), e quella domiciliare, fondamentale a garantire una pulizia costante e quotidiana del cavo orale.
Se particolare attenzione viene riservata, nel nostro studio, ai pazienti con problematiche di natura parodontale complesse, i quali necessitano di protocolli specifici, un buon programma di prevenzione della salute orale dovrebbe sempre prevedere:
  • un piano di igiene professionale personalizzato, ove la frequenza venga suggerita dell’odontoiatra o dall’igienista a seconda delle necessità individuali;
  • un’igiene domiciliare corretta, eseguita secondo le istruzioni fornite dall’igienista;
  • non in ultimo, visite di controllo periodiche, per valutare a fondo le condizioni di salute orale e diagnosticare precocemente eventuali patologie.

I nemici della salute orale: placca e tartaro

La placca batterica, tecnicamente chiamata “biofilm”, è un deposito batterico di consistenza molle e incolore che si deposita in continuazione sulle superfici dentarie, negli spazi interprossimali, sulle mucose e sulla lingua.
L’accumulo di placca batterica, oltre a produrre la formazione di macchie sui denti ed essere possibile causa di sgradevoli alitosi, è una delle principali cause di carie e parodontiti.
Per rimuovere la placca ed evitarne il deposito è per questo importante eseguire regolarmente le basilari manovre di igiene orale domiciliare: corretto spazzolamento dei denti, uso del filo interdentale e,
se consigliato, utilizzo di un colluttorio.
Il tartaro è invece un deposito duro (anche detto “calcolo”) derivato dalla calcificazione della stessa placca per mezzo dei sali contenuti all’interno della saliva, che può depositarsi tanto sulla superficie dentale 
(tartaro sopragengivale) quanto nel solco (tartaro sottogengivale).
Il tartaro aderisce ai denti in maniera tenace e, con la sua struttura ruvida, costituisce un’ottima superficie per l’adesione di nuova placca batterica: per questo è importante sottoporsi periodicamente anche ad una pulizia professionale, che con idonei strumenti possa rimuoverla in maniera profonda ed efficace.

Igiene orale professionale

Un’igiene professionale non è necessaria soltanto in quei casi ove l’igiene domiciliare sia insufficiente da un punto di vista quantitativo e qualitativo, ma anche laddove essa sia costante ed impeccabile: se una buona igiene orale quotidiana risulta fondamentale, non sarà infatti mai sufficiente a garantire una pulizia completa e profonda del cavo orale.
Quasi sempre un normale spazzolamento non consente, ad esempio, la detersione ottimale delle superfici posteriori degli incisivi inferiori come pure degli spazi interprossimali, così che in queste zone si accumulano facilmente e rapidamente placca e tartaro, che per essere rimossi richiedono allora il necessario intervento di un professionista e l’utilizzo di strumenti idonei.

Ablazione del Tartaro

La detartrasi o ablazione del tartaro è il trattamento basilare di ogni igiene orale professionale, consistente nell’eliminazione meccanica dei depositi di tartaro sopragengivale e sottogengivale.
Per eseguirla si utilizzano strumenti odontoiatrici sia manuali (curettes e scalers, che permettono la raschiatura della parte degli elementi dentali nascosta dal bordo gengivale -colletto- e della superficie dei denti per rimuovere placca e tartaro senza danneggiarne lo smalto) che motorizzati o ad ultrasuoni.
Pigmentazioni superficiali dei denti particolarmente ostiche potranno essere rimosse, dopo l’ablazione, con l’applicazione di speciali paste abrasive ad azione smacchiante.
In fase finale, dopo ogni ablazione vengono applicate sulla superficie dentale del paziente apposite paste lucidanti.

Dispositivi ad ultrasuoni

Nel nostro studio ci avvaliamo di un ablatore ad ultrasuoni, ovvero uno strumento dotato di particolari punte intercambiabili che permettono di raggiungere più facilmente ed efficacemente il tartaro sottogengivale. La punta, mossa dal micromotore, compie infatti un movimento vibratorio ad alta frequenza, che riesce a rimuovere più agevolmente e profondamente il tartaro senza danneggiare i tessuti circostanti.

Airflow

Un’altra tecnica efficace per la rimozione di placca e tartaro adottata nello studio odontoiatrico Villani è quella dell’Airflow, particolarmente indicata per i fumatori.
Il metodo Airflow sfrutta un getto d’aria compressa con una miscela di acqua e sottili polveri, che proiettata sui denti consente di eliminare facilmente detriti, depositi molli e macchie, anche negli spazi interprossimali ai quali è più difficile accedere mediante altri strumenti, garantendo peraltro una perfetta lucidatura finale.
Grazie alla sua profonda penetrazione, rapida e indolore, è una tecnica molto utile per salvaguardare la salute del parodonto e può essere utilizzata, quale trattamento coadiuvante, anche per curare la presenza di tasche parodontali.

Levigatura Radicolare

L’accumulo di grandi quantità di tartaro sottogengivale può tavolta favorire la formazione di tasche gengivali. All’interno di queste si annidano batteri che, indisturbati, possono penetrare in profondità andando ad intaccare tutte le componenti del parodonto fino ad arrivare all’osso alveolare, con il rischio di determinarne un riassorbimento e di compromettere dunque la stessa stabilità del dente.
Di fronte alla presenza di tasche parodontali, in sede di igiene orale il dentista può decidere di praticare una levigatura radicolare, ovvero una manovra che consenta di asportare dalla radice parte di cemento e dei tessuti ormai danneggiati e necrotici.

In casi più complessi si richiede che la levigatura radicolare avvenga “a cielo aperto”, ovvero previo un leggero scollamento della gengiva, così da consentire una penetrazione più profonda. Questa pratica può essere effettuata unicamente dall’odontoiatra, e si rende necessaria qualora le tasche parodontali raggiungano una profondità tale da impedirne una completa pulizia mediante le precedenti metodiche.

Protesi dentali

Le protesi dentali vengono utilizzate in odontoiatria per riabilitare le funzioni orali in pazienti effetti da edentulia parziale o totale, come anche per correggere anomalie funzionali od estetiche quali forma, colore o posizione dei denti naturali.
Esistono vari tipi di protesi, con funzioni e indicazioni terapeutiche differenti.
Le protesi fisse possono essere ancorate, a seconda dei casi, alla radice naturale del dente oppure a radici artificiali (impianti).
Nel primo caso la protesi fissa viene utilizzata per ricostruire, oppure rinforzare e proteggere, denti molto danneggiati o devitalizzati, nel secondo per sostituire un elemento dentario mancante con l’ausilio di un impianto a sostegno della corona.
Grazie ai nuovi materiali impiegati per la realizzazione di protesi fisse, ad oggi è possibile ottenere dei manufatti non solo altamente estetici ma anche totalmente sicuri in quanto privi di metalli.
Le principali tipologie di protesi fisse sono corone, faccette (sostituti artificiali di un singolo dente) e ponti (sostituti di più elementi dentari).

Corone

Anche dette “capsule”, hanno il compito di ricoprire interamente il dente naturale (danneggiato o devitalizzato) opportunamente preparato (moncone) per rinforzarne la struttura, ma vengono anche impiegate in associazione a impianti nel caso di edentulia. Esse vengono realizzate rispettando l’anatomia e il colore originario del dente che andranno a sostituire, integrandosi così perfettamente all’interno della bocca sia funzionalmente che esteticamente.

Ponti

La protesi dentale a base di ponti ha la caratteristica di essere sempre formata da due o più corone, in quanto il suo ruolo è quello di colmare il divario di uno o più elementi dentari mancanti utilizzando i denti adiacenti come elementi di ancoraggio. Detti “elementi intermedi”, tali denti vengono infatti opportunamente protesizzati al fine di fungere da pilastro per creare un “ponte” che permetterà di colmare lo spazio edentulo.

Faccette dentali

Questo tipo di protesi nasce prevalentemente per fini estetici, con il compito di correggere gli inestetismi causati da fratture, anomalie di forma e dimensione, difetti di posizione o alterazioni cromatiche con un intervento minimamente invasivo ed in grado di offrire un risultato estetico eccellente e duraturo nel tempo.

Le faccette dentali consistono in sottili gusci di ceramica adesivamente cementati sulla superficie visibile dei denti, applicate senza grandi danni per gli stessi. È possibile infatti ottimizzare gli spessori e ridurre il sacrificio di tessuti dentali pianificando preventivamente la protesi mediante uno studio preprotesico in cera su modelli di precisione in gesso, che permettono peraltro di prevedere, insieme al paziente e in base ai suoi desideri, il risultato finale.

Protesi fisse su impianti

Tali protesi hanno la finalità di sostituire elementi dentari mancanti in caso di edentulia parziale o totale, in maniera stabile e sicura.

Con questa soluzione la protesi viene saldamente ancorata grazie all’ausilio di viti in titanio, che fungendo da radice artificiale per il nuovo dente consentono di ripristinare le normali funzioni orali, con ottimi risultati anche sotto il punto di vista estetico.

Protesi mobili

In caso di mancanza di elementi dentari, il ripristino della funzione masticatoria può essere ritrovato con l’utilizzo di protesi mobili.
Pur avendo una durata più limitata nel tempo, le protesi mobili hanno dalla loro il vantaggio di una facile igiene domiciliare, una rapida esecuzione e prezzi più contenuti rispetto ad una protesi fissa.
Meglio definibili come protesi “removibili”, possono essere parziali o totali.

Protesi removibili parziali

Questi tipi di protesi coinvolgono solo parte dell’arcata dentale e, poggiate sulle mucose edentule, vengono ancorate meccanicamente alla dentatura naturale.
Esse hanno la caratteristica di poter essere rimosse senza difficoltà dal paziente quando lo desidera, pur rimanendo salde e stabili durante la masticazione e la vita di relazione.
Le tipologie di ancoraggio delle protesi parziali mobili sono diverse, e possono prevedere l’utilizzo di ganci di precisione in metallo su denti naturali oppure attacchi estetici invisibili, che richiedono però la protesizzazione del dente pilastro.

Protesi removibili totali

Le protesi removibili totali riguardano la riabilitazione di una o entrambe le arcate dentali in presenza di edentulia.
Grazie a competenze odontotecniche sempre più affinate e all’utilizzo di materiali sempre più prestanti anche dal punto di vista estetico, ad oggi anche questo tipo di protesi permette di ottenere una dentatura dal risultato molto naturale, restituendo al paziente non solo le normali funzioni orali ma anche il sorriso.
I limiti di tali manufatti sono dettati da una stabilità a volte limitata in caso di deficit ossei, in particolar modo nell’arcata inferiore. In tali situazioni si rivela molto utile il ricorso all’implantologia per la stabilizzazione della protesi o la sua trasformazione in una protesi fissa.

I materiali

I materiali impiegati per la realizzazione di protesi dentali variano a seconda delle esigenze estetiche del paziente, nonché delle sue disponibilità economiche.
Nel nostro studio eseguiamo protesi in Metallo Ceramica, Protesi Cad/Cam, Zirconio Monolitico, Zirconio Ceramica, Disilicato di Litio.
In tutti i casi le impronte vengono rilevate con la tecnica del doppio filo retrattore per garantire un’ottima chiusura marginale, indispensabile per la durata del lavoro definitivo.

Endodonzia

L’Endodonzia è quella branca dell’Odontoiatria che ha per oggetto i tessuti interni del dente.
Quando questi tessuti si ammalano, a causa soprattutto di traumi o profonde lesioni cariose, è possibile andare incontro ad infezioni e conseguente necrosi della polpa dentaria (con ripercussioni acute o croniche anche sui tessuti circostanti la radice dentale) con un alto rischio di perdita dell’elemento dentario.
L’endodonzia e i trattamenti endodontici svolgono per questo un ruolo fondamentale all’interno dell’odontoiatria conservativa, in quanto attraverso una cura canalare (o “devitalizzazione”) consentono di salvare un dente che sia stato danneggiato nella propria struttura sottraendolo a possibile estrazione.

Che cos’è l’endodonto?

L’endodonto è la cavità presente all’interno del dente, dove si possono distinguere due parti: la camera pulpare (ovvero lo spazio centrale ove trova posto la polpa) e il canale radicolare (che si apre sia verso la suddetta camera che verso il parodonto).

La polpa dentaria, popolarmente nota come “nervo del dente”, è un tessuto specializzato ricco di vene, terminazioni nervose e cellule connettivali che nell’età dello sviluppo svolge l’importantissimo compito di produrre la dentina, ovvero la struttura portante calcificata del dente; ma anche nell’adulto, sebbene ormai assottigliata e confinata nella camera pulpare e nei canali radicolari, essa continua a svolgere un ruolo determinante, ovvero idratare la dentina mantenendo vivo il dente (che grazie ad essa recepisce anche gli stimoli termici).
È per questo motivo che, nel caso di infezioni o gravi traumi, è importante agire tempestivamente con una cura canalare, che permetta di rimuovere la polpa danneggiata ed evitare che l’infezione propaghi portando alla perdita del dente.

Quando è necessaria una cura canalare?

Una cura canalare si rivela necessaria ogni volta che il tessuto pulpare risulti danneggiato. A perturbarne la salute possono intervenire vari fattori, tra i quali distinguiamo:
  • Lesioni cariose profonde
  • Traumi meccanici
  • Ipersensibilità dentinale
  • Erosioni e abrasioni giunte in prossimità della polpa dentaria
Tali fattori provocano infatti un’irreversibile infiammazione della polpa dentaria, con l’innescarsi di una sintomatologia algica detta “pulpite”, che a seconda delle diverse situazioni cliniche può variare notevolmente.

In cosa consiste il trattamento endodontico

Il trattamento endodontico consiste nella rimozione della polpa infiammata e infetta all’interno del dente e per tutta la lunghezza delle radici, sostituendola, previa adeguata detersione e sagomatura dei canali radicolari, con un’otturazione permanente in guttaperca e cemento canalare.
Nel nostro studio eseguiamo terapie canalari con tecniche predicibili, che consentono di ottenere terapie di successo con prognosi favorevole a lungo termine e conservazione del dente, evitando che a distanza di alcuni anni possano presentarsi infiammazioni croniche localizzate che prendono il nome di “granulomi”.
Il nostro protocollo operativo segue questi passaggi:
  • Opportuna apertura della camera pulpare
  • Fase di sondaggio con determinazione lunghezza di lavoro
  • Fase di sagomatura e detersione del canale radicolare con strumenti  
  • Fase di chiusura
A seguito della cura canalare il dente non sarà più un serbatoio infettivo e, conservato, potrà continuare a svolgere le normali funzioni di un dente integro.

Va sottolineato come un dente devitalizzato, nel tempo, andrà inevitabilmente incontro ad un indebolimento dovuto ad una mancata idratazione da parte della polpa, ed è per tale motivo che è sempre consigliabile, a seguito di un trattamento endodontico, ricoprire e ricostruire il dente mediante una corona dentale, al fine di proteggerlo e renderlo strutturalmente più forte, evitandone possibili rotture.
La percentuale di successo di una cura canalare corretta è, in condizioni normali, elevatissima. Tale percentuale può però diminuire nei casi di ritrattamento endodontico, quando cioè è necessario ripetere la procedura per un precedente insuccesso.
Tuttavia, le linee guida del nostro studio prevedono che il dente naturale del paziente debba essere conservato a qualsiasi costo prima di procedere ad un’estrazione e all’inserimento di impianti dentali, e per questo cerchiamo di fare il possibile per la sua sopravvivenza anche eseguendo ritrattamenti canalari di vecchie devitalizzazioni con lesioni periapicali (granulomi).
Le terapie canalari sono eseguite con l’ausilio dei più moderni dispositivi.

Chirurgia e implantologia

La chirurgia orale si occupa di tutta una serie di interventi chirurgici tesi a porre rimedio a situazioni biologiche e anatomiche problematiche, oppure a situazioni patologiche divenute in alcuni casi diversamente intrattabili.
Oltre alle più note estrazioni dentali la chirurgia orale si occupa di apicectomie, innesti e rigenerazioni ossee e gengivali, con lo scopo di migliorare considerevolmente la salute orale del paziente e, il più delle volte, preparare la struttura originaria per successivi trattamenti implantari.
Con l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia e protocolli chirurgici collaudati, ogni intervento è condotto nel nostro studio nel massimo rispetto della salute del cavo orale.
Grazie alle indagini preventive e ai controlli cui il paziente viene sottoposto prima, durante e dopo ogni intervento, qualsiasi tipo di complicanza e disagio post-operatorio sono ridotti al minimo.

Chirurgia estrattiva

L’estrazione dentale è un atto chirurgico necessario quando un elemento non può essere recuperato con terapia predicibile.
La chirurgia estrattiva si occupa di estrazioni dentali semplici e complesse.
I casi di maggiore difficoltà sono quelli che riguardano denti e/o radici in inclusione osteomucosa parziale o totale, per i quali si rende spesso necessario il supporto della diagnostica per immagini al fine di pianificare le estrazioni più problematiche in maniera sicura.
La tecnica chirurgica corretta prevede la rimozione del dente e/o della radice incluse senza recare danni alle pareti alevolari come pure al parodonto superficiale.

Chirurgia endodontica

La chirurgia endodontica è la branca dell’odontoiatria che si occupa del trattamento di lesioni apicali (es. granulomi e cisti), che non rispondono o non possono essere trattate con terapia endodontica convenzionale (devitalizzazione del dente attraverso la corona).
Si procede all’approccio chirurgico soprattutto nei casi in cui il paziente sia soggetto a fenomeni ascessuali frequenti e dolorosi, oppure quando la cura canalare, sebbene eseguita in maniera corretta, non abbia portato ad una guarigione della lesione apicale.
Spesso le lesioni apicali sono conseguenze stesse di un intervento di devitalizzazione incompleto, ovvero che non ha potuto offrire soddisfacenti risultati per impossibilità a trattare totalmente la radice a causa di limitazioni anatomiche, fisiche (es. un canale bloccato da corpi estranei impossibili da rimuovere), o di un riassorbimento dei materiali utilizzati.
E’ consigliabile un’apicectomia anche nel trattamento di lesioni apicali in presenza di perni cementati nella radice, per prevenire una frattura radicolare nel tentativo di rimuovere il perno presente e una conseguente, necessaria, estrazione del dente.

La chirurgia endodontica offre enormi possibilità, che devono essere attentamente valutate dall’odontoiatra prima di ritenere irrecuperabili denti che potrebbero invece essere curati con successo. Spesso trattare il dente chirurgicamente è infatti non solo preferibile, ma se l’intervento è correttamente eseguito le percentuali di successo sono elevate, con l’ indubbio vantaggio per il paziente di conservare il proprio elemento dentale.

Chirurgia mucogengivale

La chirurgia mucogengivale si occupa di ricostruire il tessuto gengivale perduto con l’obbiettivo di salvaguardare l’estetica e la salute dentale, eliminando le recessioni gengivali che esponendo la radice del dente (rivestita di cemento e non di smalto come la corona) la rendono facilmente soggetta all’instaurarsi di abrasioni, carie o ipersensibilità dentinale.
Il compito di tale tecnica chirurgica è quello di:
  • ridurre la sensibilità termica: le radici scoperte aumentano infatti la sensibilità dentinale, rendendo fastidiose, e in alcuni casi dolorose, sia le normali abitudini alimentari (come l’assunzione di cibi o bevande caldi o freddi e il consumo di alcune tipologie di cibo – specialmente cibi acidi come spremute di frutta, yogurt, bevande zuccherine, etc. -), sia le quotidiane manovre di igiene orale domiciliare;
  • ripristinare l’estetica del sorriso: la recessione si ha quando il bordo coronale del margine gengivale si trova in posizione apicale rispetto alla giunzione amelo-cementizia del dente interessato. La migrazione della gengiva determina un “allungamento” della corona clinica del dente, e conferisce di conseguenza un sorriso meno giovanile e armonico.
L’implantologia orale è quella branca dell’odontoiatria che permette di applicare al paziente affetto da perdita totale o parziale di elementi dentari protesi fisse di ottimo valore sia estetico che funzionale, con interventi di minima invasività.

Terapia implantare: in cosa consiste?

La terapia implantare prevede l’inserimento di viti (impianti) in titanio nell’osso mandibolare o mascellare, che andando a sostituire la radice naturale del dente permetteranno di cementare o avvitare su di esse (a seconda della tecnica prescelta) le corone , ripristinando così tanto la funzione masticatoria quanto l’estetica del sorriso.
L’implantologia si esegue in anestesia locale attraverso una piccola incisione, sollevando un lembo mucoperiosteo al fine di esporre la porzione di osso corrispondente alla zona edentuala per creare il sito implantare.
Tale intervento è ormai molto diffuso e reso quasi indolore sia nell’intra-operatorio che nel post-operatorio, grazie tanto ad una corretta gestione dei tessuti molli nelle fasi di realizzazione del lembo quanto all’adozione di adeguate terapie farmacologiche.
L’implantologia risulta utile nei seguenti casi:
Edentulismo singolo: ovvero quando manca un singolo elemento dentale in arcata. Le tecniche implantari consentono infatti di ottenere un ripristino funzionale ed estetico senza dover intervenire sui denti vicini con la realizzazione di ponti, in un’ottica dunque totalmente conservativa.
Edentulismo plurimo: ovvero quando nell’arcata dentale vengono a mancare più elementi, spesso in alternanza a denti sani. Se la tradizionale protesi fissa verrebbe infatti a coinvolgere molti elementi sani per farne pilastri di ponte con tutte le eventuali complicazioni del caso, gli impianti dentali rendono la risoluzione del problema molto più semplice e conservativa.
Edentulismo totale: ovvero nei casi di mancanza totale dei denti. Tali situazioni comportano spesso enormi problemi tanto estetici quanto funzionali oltre al fatto che, nel tempo, la completa mancanza di elementi dentali produce un progressivo assottigliamento delle creste ossee, rendendo sempre più difficile qualsiasi tipo di intervento. Valida alternativa all’adozione di una protesi rimovibile, l’implantologia permette di risolvere il problema in maniera stabile, favorendo anche la risoluzione di traumi psicologici che spesso insorgono nei portatori di protesi dentale.
Nonostante il successo dell’Implantologia sia ormai un risultato acquisito, il nostro studio è contrario ad estrarre elementi dentari recuperabili sostituendoli con impianti dentali. Crediamo infatti che il dente naturale, quando possibile, debba essere conservato a tutti i costi.

Quando è possibile un impianto?

Per posizionare un impianto è naturalmente necessaria la presenza di una discreta quantità di osso. Ciononostante, salvo rare eccezioni, è ad oggi quasi sempre possibile adottare la soluzione implantologica.
In situazioni di carenza ossea si potrà infatti preventivamente intervenire con tecniche di rigenerazione ossea, al fine promuovere un aumento volumetrico dell’osso che dovrà poi ospitare l’impianto.

I tempi di realizzazione di un impianto

Molto spesso si sente parlare di chirurgia post-estrattiva (posizionamento degli impianti contestualmente ad estrazioni), implantologia a carico immediato (ovvero riabilitazione protesica contemporanea all’inserimento dii impianti) e denti fissi in 6/24ore.
La filosofia del nostro studio è tuttavia quella di valutare sempre il caso clinico prima di scegliere un tipo di tecnica, e rispettare i tempi biologici di guarigione evitando di inserire impianti senza considerare anche il successivo progetto protesico, eseguendo anche la rigenerazione ossea pre-implantare dove necessaria, per risultati migliori e predicibili.

Quando la terapia implantologica ha successo

L’obiettivo di qualsiasi tipo di impianto è quello di conseguire una completa “osteointegrazione”, ovvero il raggiungimento di una perfetta fusione tra osso e impianto attraverso la formazione di nuovo tessuto osseo intorno allo stesso.
Soltanto in presenza di tale condizione l’impianto potrà avere successo e farsi valido sostenitore di una protesi artificiale pronta a svolgere la sua primaria funzione, ovvero sopportare senza danni le forze trasmesse dai carichi masticatori.
Gli innumerevoli studi clinici effettuati da oltre quarant’anni evidenziano comunque una bassa percentuale di insuccesso degli impianti dentali osteointegrati, rendendo attualmente questa metodica assolutamente affidabile.

Impianti e igiene orale

Fino a 10 anni fa circa il 10% circa di portatori di impianti era soggetto a fallimento implantare o a perimplantiti (ovvero infezioni causate dai batteri parodontali che, raggiungendo la superficie implantare, finiscono per danneggiare i tessuti circostanti gli impianti).
Grazie ai progressi compiuti in anni e anni di studi questo rischio si è ad oggi drasticamente ridotto, ed è da sottolineare come esso rappresenti in ogni caso l’atto finale di una serie di manifestazioni facilmente intercettabili con regolari visite di controllo, oltre che prevenibili con una buona e corretta igiene orale (tanto domiciliare quanto professionale) che mantenga i tessuti perimplantari in buono stato di salute.
La placca batterica che si forma attorno agli impianti è infatti del tutto simile a quella che si forma sui denti naturali, ma se questi ultimi sono dotati di un tessuto connettivo capace di ostacolare l’infiltrato infiammatorio prima che raggiunga l’osso, gli impianti dentali necessitano di accortezze decisamente maggiori e l’igiene orale non solo dev’essere scrupolosa e costante, ma lo stesso impianto (il posizionamento delle viti, la scelta dei pilastri e la riabilitazione protesica) dev’essere eseguito a regola d’arte in modo da facilitare il paziente nelle corrette e quotidiane manovre igieniche.
Per il resto, il controllo della placca non differirà da quello eseguito sui denti sani, ma proprio perché l’igiene dentale è elemento essenziale per la durata di un impianto il paziente dev’essere conscio che la sua collaborazione (nell’eseguire nei tempi e nelle modalità consigliate tutte le procedure di igiene) è fondamentale per il buon esito del trattamento come lo è per la salute dei suoi denti naturali.

Sicurezza degli impianti

La chirurgia implantare è ad oggi sempre più diffusa e i manufatti impiagati hanno raggiunto un tale livello d’avanguardia e sofisticazione tecnologica da aver ridotto drasticamente i rischi un tempo legati all’adozione di impianti.
È tuttavia buona norma che i pazienti che si sottopongono a terapia implantare siano resi consapevoli tanto di quali sono le opzioni, così che sappiano individuare le soluzioni migliori e più affidabili, quanto dell’importanza del loro contributo per mantenere la protesi in buona salute.

I materiali degli impianti

Per quanto riguarda i materiali, nonostante la grande varietà in termini di forma e dimensioni oggi gli impianti sono quasi tutti costruiti in titanio puro (o in leghe di titanio), materiale metallico molto ben tollerato dall’organismo.
Ciò che lo ha reso preferibile non è solo l’assenza di proteine che potrebbero differentemente indurre l’organismo a reazioni di “rigetto”, ma anche il fatto che, per sua composizione, ha dimostrato un’ottima capacità nello stabilire quella connessione diretta con l’osso che è alla base dell’osteointegrazione e dunque dello stesso successo della terapia implantare.
Per usufruire dei nostri trattamenti, chiamate 
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